Senza titolo-1_0003_59_Jean-Veber_Streghe-moderne_litografia-a-colori_Collezione-Invernizzi

Incisioni di streghe

Una raccolta di stampe antiche unica al mondo, la collezione Guglielmo Invernizzi, che mette insieme alcuni dei maggiori incisori e artisti degli ultimi due secoli, come Goya e Delacroix, con straordinari illustratori anonimi dimenticati, presentando scene di malefici, torture, sabba osceni, crudi episodi di stregoneria ma anche scene luminose di streghe buone, e simboli magici nascosti in quadri pastorali.

1 Donna anonima di etnica Ndbele_Bambola Ndebele_XX secolo_tessuto, stoffa, spago, vetro, plastica_The Museum of Witchcraft and Magic

Strumenti di magia

Una serie di oggetti originali e mai visti in Italia legati al mondo della stregoneria. Antichi calderoni, bacchette, feticci, amuleti e talismani prestati dallo sperduto Museum of Witchcraft and Magic di Boscastle, in Cornovaglia, ma anche trattati dedicati alla stregoneria come il Malleus Maleficarum, il più noto manuale sulla caccia alle streghe, nella pregiata edizione del XVI secolo.

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La Strega di Monza

Una sezione di interesse locale dedicata al raro romanzo storico La strega di Monza, scritto da Giovanni Bertoldi da Vicenza nel 1861, proveniente dalla Biblioteca Bertoliana di Vicenza che racconta le vicende della Matta Tapina, Strega herbaria, che visse nel “Bosco Bello”, selva che poi sarà inglobata nel Parco di Monza.

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L’Illustratrice dell’Atroce

Sei illustrazioni originali inedite di Gloria Pizzilli, artista italiana di fama internazionale già pubblicata dalle maggiori testate del mondo, tra cui The New Yorker, The New York Times, GQ Usa. Sei opere orride che rappresentano donne streghe colte in scene talmente orribili e violente alla vista da aver richiesto un settore riservato per non urtare la sensibilità dei visitatori meno preparati.

Perché serviva una mostra sulle streghe?

La mostra rende giustizia al senso più pieno della parola “Strega”, dichiarando che in un mondo che apparentemente ha rinunciato a ogni senso del sacro e a molti dei suoi antichi legami con la natura, esiste ancora, oggi come un tempo, una società di donne che si dedica all’occulto e che usa la magia per risolvere i problemi del quotidiano.

Si diventa streghe per affermare la propria personalità, per sfuggire alle botte di un marito manesco, per insoddisfazione di sé, per impulsi erotici, per odio verso i propri nemici, perché attratte dalla luna o dalla potenza delle piante.

Ma essere creduta una strega non è sempre stato un nome scomodo da portare cucito addosso. Infatti essere credute capaci di scatenare un potere arcano, sconosciuto, inspiegabile e terribile è stato talvolta un’efficace e modernissima strategia di branding per sopravvivere, essere temute e rispettate a uso e consumo di donne che altrimenti sarebbero state sopraffatte e sottomesse dal patriarcato dilagante del mondo antico.

Le streghe sono davvero state sempre tra noi?

I racconti di donne sapienti e sagge, dalle infinite conoscenze della natura e con poteri capaci di aprire finestre sul futuro, affondano le radici nel nostro passato più lontano, eppure abbiamo sempre cercato di rimuovere queste figure dal pensiero razionale, e considerarle un frutto dell’immaginazione, imbarazzante e da nascondere. 

 Con il marchio infame di “Strega”, nei secoli, spesso si bollava una donna semplicemente più desiderabile delle altre, più libera, guerriera, colta e riservata, portando a persecuzioni ed esecuzioni violente di donne innocenti, roghi, impiccagioni, decapitazioni che servivano a instaurare nel popolo una paura reverenziale della giustizia divina contro il paganesimo, il satanismo, il sesso ed eresie di vario genere. 

L’obiettivo della mostra vuole dunque essere quello di ricostruire una cultura dispersa e oppressa, ma che risorge continuamente, partendo dalle sue origini e raccontandone la storia attraverso una ricerca iconografica rigorosa, che ne attesti tutti gli aspetti.

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Il curatore della mostra Stregherie

Scrittore, drammaturgo per teatri e musica, narratore, performance artist. Raccontatore d’arte, ha curato mostre, tra cui Corpi da musica. Sylvano Bussotti (Museo Marino Marini, 2010) e Il palcoscenico del desiderio (Pistoia, Cassa di Risparmio, 2010), e della produzione di Edina Altara e Vittorio Accornero nella mostra Storia di famiglia con immagini al Museo MAN di Nuoro. Realizza da molti anni racconti per musei e mostre, ha lavorato tra l’altro con Peggy Guggenheim Foundation, Gallerie dell’Accademia, Musei Civici di Prato, Museo Marino Marini, Firenze, e numerosi altri luoghi d’arte.

Parla Luca Scarlini

“La donna nasce fata, in amore è maga, ma per le società e per le religioni è strega”

Il racconto creato dalla mostra permette ai veri appassionati di temi di femminismo, di letteratura gotica, di metal rock, di film dell’orrore, di antropologia, come di folklore, o di realizzazione di domestici incantesimi, di avvicinare il percorso come macchina narrativa, seguendo le stanze che sono dedicate ai momenti più rilevanti della vicenda della strega e di sentire storie originali ispirate alle opere presentate nell’esposizione.  

Al di là delle infinite manipolazioni storiche, il termine strega in sostanza segnala una identità profondamente legata al mondo della natura, una donna spesso esperta di erbe e maestra dell’interpretazione dei segni, che il folklore delle Alpi Retiche definiva perfettamente con il termine “Signora del gioco”.